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L’arte della tarsia lignea a Sorrento

Sentir parlare di  Sorrento, oggi, ci restituisce certamente l’immagine del “bel” turismo fatto di panorami incantevoli, di gastronomia eccellente, di agrumeti, di mare e calette varie immerse nella natura.

Tuttavia, c’è un altro motivo che ha dato lustro a Sorrento nel mondo: parliamo del caratteristico Intarsio Sorrentino.

Cos’è, come si sviluppa e in cosa si caratterizza l’intarsio?

La parola “tarsia” proviene dal termine arabo “tarsi” ovvero “incrostazione” ma anche “decorazione ed indica principalmente lavori realizzati con elementi sagomati.

Possono essere in pietra o solo in legno e vengono combinati a incastro fra loro, dando vita a rappresentazioni generalmente figurative ad uso esclusivamente decorativo.

E’ un’arte le cui prime testimonianze pare provengano dall’Egitto dei faraoni, come la celebre maschera di Tutankhamon, realizzata con un sapiente lavoro a intarsio di ossidiana, quarzo e altri materiali.

Diffusasi anche in Asia Minore, sotto l’imperatore Costantino questa tecnica viene introdotta in tutto l’Impero Romano anche se si riscontrano notizie significative solo dal tardo Medioevo.

In Italia si distinsero gli artigiani toscani e in particolare quelli veneti che, grazie ai continui scambi commerciali con i paesi d’Oriente, acquisirono un livello di elevata maestria ispirandosi agli intarsi marmorei d’influenza musulmana. 

Agli intarsiatori fiorentini, però, dobbiamo l’introduzione di rappresentazioni decorative geometriche e prospettiche;

Sono i primi segnali di quel che si rivelerà una svolta epocale in campo artistico: a partire dal Quattrocento, infatti, i maestri fiorentini applicheranno nell’arte i fondamenti scientifici dell’anatomia umana, della prospettiva e del colore. 

Non potendo rispondere pienamente a queste esigenze nuove, l’intarsio dunque, a Firenze, cedette il passo alla pittura.

 

L’Intarsio a Sorrento: l'artigianato tra storia e modernità

Si racconta che a importare l’arte della tarsia lignea sulle coste sorrentine siano stati i monaci benedettini, tra il Trecento e il Quattrocento, residenti allora nel monastero di Sant’Agrippino, lo stesso del quale fu Abate Sant’Antonino, patrono di Sorrento, nel 618 d.C.

Qui i monaci realizzavano lavori ad intaglio e intarsio ligneo utilizzando i legni tipici locali, come limone, arancio e noce

Le tonalità differenti offerte dalle diverse qualità di legno garantivano quindi decorazioni dalle svariate cromìe.

Gli intarsi, rappresentanti elementi della natura, vedute prospettiche, figure allegoriche e di santi, arricchivano oggetti come finte nicchie, finestre illusorie e falsi armadi. 

Un tempo diventare intarsiatore a Sorrento era fra i mestieri più ambiti ed essere ammesso come allievo di bottega era motivo di vanto.

Questa raffinatissima arte era così tanto  apprezzata da artisti e letterati che soggiornavano a Sorrento (nell’epoca del Grand Tour) da spingere Francesco I^ di Borbone a commissionare suppellettili e arredi per Palazzo Reale. 

L’Ottocento, infatti, è stato il tempo d’oro per quest’arte che raggiunse il suo massimo splendore  scrivendone, di fatto, la storia (e l’economia) di Sorrento. 

Basti pensare nel 1886 fu fondata la Scuola applicata all’industria dell’Intarsio e dell’Intaglio.

Attualmente, l’Istituto Superiore “Francesco Grandi” di Sorrento mantiene vivo e attivo fra i suoi indirizzi di studio quello dell’Arte del Legno e dell’Intarsio.

Oggi, grazie ad una attenta attività di sensibilizzazione e rilancio dell’artigianato locale, l’intarsio sorrentino sta godendo di un’attenzione nuova data sia dalla strategia comunicativa dei social network, che dai nuovi metodi di promozione del territorio e delle sue peculiarità. 

In un’epoca digitalizzata come questa, la riaffermazione dell’handmade diventa un nuovo trampolino di lancio ma anche una “sfida” per i giovani artigiani locali pronti a portare avanti la tradizione ma aprendosi con curiosità alle nuove tendenze.

Come si realizza un intarsio sorrentino?

Per realizzare un intarsio a regola d’arte ci sono precisi passaggi da seguire.

Generalmente, si parte con un disegno preparatorio che viene trasferito o direttamente realizzato sulla “mazzetta”, un gruppo di sfoglie di legno sistemate l’una sull’altra.

Generalmente, una mazzetta da 12 fogli è composta da diverse qualità di legno e relative colorazioni.

Il contorno della mazzetta, poi, passa al traforo così da ottenere un corrispettivo numero di pezzi, fra chiari e scuri, che andranno ad incastrarsi fra loro come in un puzzle e formare il disegno definitivo.

Successivamente alla composizione, i pezzi vengono poi incollati, pressati, levigati più volte e solo alla fine sapientemente verniciati.

E’ un lavoro che richiede tanto tempo e pazienza: basti pensare che per una scatoletta quadrata necessitano più di 50 passaggi.

Di seguito trovate un nostro video che vi racconta come si realizza un prodotto intarsiato:

Dove acquistare le scatole intarsiate e come sceglierle?

Passeggiando per il centro storico della cittadina, possiamo ammirare fra gli scaffali e gli espositori di negozi e laboratori d’arte, tanti oggetti di piccole e grandi dimensioni realizzati in legno dalle svariate tinte e decorazioni.

Carillon con l’immancabile “Torna a Surriento”, scatolette, portagioie e gioielli, piccoli e grandi quadri, perfino tavolini e altri elementi di arredamento

Ci sono dai manufatti che ritraggono immagini della tradizione a quelli dal design moderno, per ogni fascia di prezzo. Anche con pochi euro è possibile portarsi a casa il souvenir di Sorrento per antonomasia! 

Chiaramente, i costi sono proporzionali al lavoro impiegato e alcune decorazioni sono così minuziose e particolari da raggiungere anche i duemila euro. 

Va considerato che il lavoro è totalmente artigianale ed ogni singolo euro investito vale l’oggetto acquistato che è da considerarsi, oltretutto, un pezzo unico a tutti gli effetti!

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